Reso celebre in tutto il mondo attraverso film e dimostrazioni dal vivo, Bruce Lee ha scosso il mondo marziale della sua epoca con un approccio al combattimento che ha definito Jeet Kune Do, “la via del pugno che intercetta”. Questo sistema di combattimento è emerso riconoscendo i limiti della maggior parte delle metodologie di allenamento e degli approcci al combattimento delle arti marziali.
Queste erano infatti incentrate su regole da competizione, lontane dalla realtà del combattimento. Mettendo in discussione l’approccio all’allenamento ed al combattimento, Bruce Lee ha esplorato una varietà di stili e sistemi di combattimento con l’obiettivo di mantenere ciò che considerava utile ed eliminare il superfluo o l’estetico. La famosa espressione di “svuotare la coppa” è stata usata da Bruce Lee proprio per evidenziare la necessità di avere una mente aperta, rinunciare ai preconcetti sul combattimento per colmarsi di nuove conoscenze.
Anche la sua espressione dell’ “essere come l’acqua” sottolinea un altro dei concetti fondamentali del Jeet Kune Do. L’idea che l’acqua possa fluire e schiantarsi si traduce nella necessità per un combattente di sapere quando usare la forza e quando fluire, quando usare la forza e quando fluire. Nel caso specifico, Bruce Lee ha fondato il suo Jeet Kune Do partendo da una base di Wing Chun incorporando tecniche di boxe, savate, scherma, lotta, kali, riunendole in un sistema che riteneva funzionale per sè. Tuttavia, Bruce Lee non ha mai voluto formalizzare un nuova arte marziale ma evolversi costantemente a seconda delle nuove evoluzioni del combattimento.
